Il cane ed il gatto sono i due animali domestici più comuni, ma tra di loro vi sono notevoli differenze, come alimentazione, socialità, comportamento. La loro ospedalizzazione necessita perciò di attenzioni diverse.

Per entrambe le specie il ricovero può essere un evento fortemente stressante, che può provocare l’aggravarsi o il protrarsi della malattia: è infatti riconosciuto come lo stress influisca negativamente sulla risposta immunitaria.

Uno dei compiti del tecnico veterinario è proprio quello di rendere il meno stressante possibile la degenza dei pazienti, garantendone il benessere.

Oggi in questo articolo ci soffermeremo sulla gestione del cane ricoverato.

Il cane è un animale sociale, che necessita del branco e di routine. Nel momento in cui il cane è ricoverato, queste due condizioni vengono meno. È quindi importante riuscire a creare un legame tra il tecnico ed il paziente:

  • evitare di approcciarsi frontalmente al cane, preferendo l’approccio laterale;
  • ogni qualvolta sia necessaria una procedura, non deve mai essere svolta all’interno della gabbia di ricovero, in quanto il cane deve avere un posto in cui possa sentirsi al sicuro;
  • alimentare attraverso le mani crea rapporto e facilita l’assunzione del cibo;
  • fare uscite per le grandi funzioni organiche, che devono essere svolte almeno tre volte al giorno per i cani che hanno la possibilità di muoversi.

L’evento del ricovero, in alcuni casi, può essere fortemente traumatico, specialmente per i cani fobici/aggressivi o con disturbi comportamentali come l’ansia da separazione.

I cani fobici possono più facilmente reagire, diventando aggressivi o inibendosi ( il cosiddetto fight or flight, noto in italiano come reazione di attacco o di fuga, cioè una risposta fisiologica neuronale che si attiva in caso di eventi considerati una minaccia per l’individuo ).

In entrambi i casi sono animali che devono essere gestiti con le dovute misure di sicurezza: ideale l’utilizzo della museruola Baskerville, che dà la possibilità al cane di poter respirare, mangiare e bere con facilità, garantendo la manipolazione in sicurezza.

Nel caso del cane con disturbo di ansia da separazione, bisogna fare maggiore attenzione all’ingestione di possibili corpi estranei nella gabbia (traverse, cucce, butterfly, deflussori, etc.), utilizzando il collare elisabettiano come misura di prevenzione.

Il dolore, sia per la patologia stessa che per i trattamenti correlati, porta facilmente all’aumento dello stress. Può essere manifestato tramite vocalizzazioni, cambiamento di postura, nausea. La gestione del dolore ed il suo riconoscimento risulta perciò fondamentale per la salute del paziente.

Nei cani la paura è contagiosa, così come altri comportamenti, ad esempio la vocalizzazione. Un possibile escamotage per alleviare il timore è coprire la gabbia con un telo, in modo che l’animale si senta più tranquillo. Nei casi più gravi i medici veterinari possono valutare la somministrazione di ansiolitici.

Nei cani anche la fame è contagiosa: iniziando ad alimentare i cani più voraci, gli altri saranno più predisposti a mangiare.

Soprattutto nei cani di grossa taglia è importante tutelare le articolazioni: spesso i cani devono stare per lunghi periodi fermi sopra alle grate delle gabbie, peggiorando problemi di artrosi: garantire comfort con cuscini, coperte, materassini memory foam.

I cani di taglia piccola invece tendono ad apprezzare molto delle cucce in cui possono nascondersi o sentirsi protetti; anche delle semplici traversine disposte a cuccia possono fare da funzione.