Roberta, un Tecnico Veterinario con oltre vent’anni di esperienza, ha scritto un articolo che racconta come ha realizzato e applicato una protesi al becco di un’oca cignoide.

Questo lavoro riflette la sua profonda passione e le sue competenze specialistiche in questo settore della veterinaria.

Il percorso di Roberta è stato caratterizzato da tanto impegno e dedizione, che le hanno permesso di coltivare una vera vocazione per il benessere degli animali. Grazie alla sua determinazione e all’investimento nella formazione continua, si è specializzata in chirurgia e diagnostica di laboratorio con ISVPS. Questo percorso le ha consentito di acquisire competenze tecniche avanzate, che ha potuto mettere in pratica nel suo ruolo presso l’ambulatorio veterinario.

Oltre al suo lavoro, Roberta si è distinta anche per l’impegno nel soccorso e nell’assistenza di animali selvatici e da cortile, costruendo ausili e supportando interventi non convenzionali. Il suo percorso è davvero un esempio di passione, dedizione e costante aggiornamento, caratteristiche che la contraddistinguono come un Tecnico Veterinario di grande valore.

Realizzazione e applicazione di una protesi al becco di un’oca cignoide

Riassunto:

Un’oca cignoide maschio di un anno, arrivava in visita per trauma occorso durante una  colluttazione con un cane pastore tedesco.

I morsi avevano provocato l’avulsione di gran parte del becco superiore, lasciando i tessuti sottostanti esposti ed infetti; anche le commessure bilaterali del becco erano lacerate. Il soggetto si presentava in discrete condizioni cliniche, ma nell’impossibilità di prensione del cibo.

Il paziente veniva ricoverato per accertamenti e nutrito forzatamente per 40 giorni finchè le condizioni del sito traumatizzato consentivano l’applicazione di una protesi permanente realizzata con materiale acrilico atossico e fissata con 4 chiodi di kirschner trapassanti nella restante parte prossimale di becco residuo.

L’intervento si eseguiva in anestesia generale gassosa utilizzando strumentario ortopedico specifico. Non si presentavano criticità ed al risveglio il soggetto iniziava a nutrirsi da solo.

Introduzione:

L’oca cignoide (Anser cygnoides) appartiene alla famiglia delle anatidi 2 ed è nota universalmente come “razza cinese” in quanto nelle popolazioni asiatiche è quella maggiormente allevata. Come tutte le oche la loro dieta è prevalentemente vegetariana, ma se ne hanno l’opportunità, possono nutrirsi di qualunque genere di cibo commestibile. Si accoppiano con lo stesso partner solitamente per tutta la vita, salvo eventi particolari o la morte del compagno/a. Insieme accudiscono la propria prole che ha un tasso di sopravvivenza generalmente elevato.

Il becco nelle specie aviarie è una loro caratteristica distintiva. Composto principalmente da materiale corneo, viene usato come un vero e proprio arto per molteplici attività, tra cui la più importante è nutrirsi e nutrire la prole. Il becco viene utilizzato anche per manipolare oggetti, per costruire il nido, per le pratiche di corteggiamento, per curare il piumaggio 4, uccidere eventuali prede, difendersi dai predatori, ecc.

Nella parte superiore del becco  chiamata mascella o rinoteca, sono presenti le narici collegate alle vie respiratorie superiori 5, la parte prossimale si fonde con una protuberanza posta nella parte anteriore superiore del cranio detto pomello, quest’ultimo è più voluminoso nel maschio e tende ad ingrossarsi con l’avanzamento dell’età 1-4.  La parte inferiore è detta invece mandibola o gnanoteca. Le mascelle sono fatte di tessuto duro ma spongioso per mantenere la leggerezza necessaria al volo. Sono esternamente ricoperte da un sottile strato cheratinoso chiamato ranfoteca, mentre nella parte interna scorrono vasi sanguigni e terminazioni nervose. La punta nel becco in questa specie, al contrario di alcuni altri volatili, è sensibile al tatto per permettere la localizzazione delle cose circostanti. Le sue mascelle presentano margini seghettati per strappare i vegetali, ma non hanno funzione masticatoria, il cibo viene infatti ingerito intero e successivamente ridotto nel ventriglio.

Descrizione del caso clinico:

un’oca di razza cignoide arrivava in struttura a causa di una grave menomazione della parte superiore del becco che era quasi totalmente mancante perché avulsa dal morso di un cane durante una colluttazione per la difesa del territorio. I tessuti sottostanti apparivano contusi e infetti e gli angoli del becco lacerati. (Fig.1)

Figura 1 - Arrivo in struttura

Figura 1 – Arrivo in struttura

Si procedeva al campionamento del tessuto infetto, prelevato con tampone sterile e inviato al laboratorio di riferimento su apposita provetta con terreno di trasporto; si medicavano le ferite in attesa di courettage programmato per il giorno successivo con sutura delle parti lacere e adibito idoneo box di permanenza in sala ricoveri. Si organizzava la nutrizione forzata mediante sonda oro-esofago-gastrica con preparato frullato a base di mais e legumi vari con prevalenza di piselli al fine di fornire un alto apporto proteico. Il fabbisogno giornaliero di mantenimento veniva calcolato in base alla seguente formula 3:  73.6 x (BW in kilograms)0.73, maggiorato al 10% per velocizzare la guarigione. Il cibo si introduceva con siringa alimentare da 100 ml provvista di attacco a cono connesso alla sonda munita dello stesso raccordo e avente corpo da 4 gauge per due volte al giorno, raggiungendo con gradualità la quantità calcolata. (Fig.2)

Figura 2 - sonda e siringa nutrizione

Figura 2 – sonda e siringa nutrizione

Si proseguiva quindi con il lavaggio della parte lesa, dapprima sotto acqua corrente asportando delicatamente con garze da scrub le parti necrotiche superficiali, poi si irrorava la lesione con raggio diretto di soluzione isotonica forando la parte superiore della boccia con ago rosa da 18 G. Si spremeva a pressione costante partendo dal centro in senso centrifugo e, previa asciugatura con garza sterile, si applicava il medicamento a base di sufadiazina argentica e acido ialuronico (Connettivina Bio Plus crema). Successivamente veniva inoculato nel terzo prossimale toracico dei muscoli pettorali sub alari un’iniezione di antibiotico ad ampio spettro (enrofloxacina 30 mg/k) SID in attesa dei risultati dell’antibiogramma.

Il giorno successivo si procedeva al courettage programmato inducendo l’anestesia con ketamina e medetomidina in ragione rispettivamente di 10 mg/k + 100 mg/k  con somministrazione IM one shot 9.  Si operava esportando totalmente il tessuto necrotico mediante cucchiaio di wolkmann e si suturavano con punti nodosi staccati incrociati le commensure laterali del becco con monofilamento in nylon innestato 2/0 e si applicava la medicazione già descritta previo stesso lavaggio.

Figura 3 - medicamenti

Figura 3 – medicamenti

Nei giorni successivi si manteneva l’operatività con nutrizione forzata, antibioticoterapia e medicazioni. In 6^ giornata, in base all’esito microbiologico e micobiologico, si sostituiva l’antibiotico con ossitetraciclina (pan terramicina iniettabile) e le medicazioni topiche con pomata a base di miconazolo (daktarin). Si eseguivano q.2-3 gg. medicazioni più approfondite “scrubbando” la superficie della lesione prima dell’applicazione del medicamento; a 10 giorni si rimuovevano i punti di sutura ai lati del becco e dopo 30 gg. dalla prima somministrazione dell’antibiotico specifico, si progettava la protesi sostitutiva del becco.

Figura 4 - prototipo protesi

Figura 4 – prototipo protesi

Veniva quindi costruita, forgiata a mano, la protesi realizzata con polimero termoplastico in questa sequenza: 1: sedazione dell’animale per fare un calco in gesso e prendere le misure; 2: rimozione della parte di gesso dal calco corrispondente allo spessore voluto del becco artificiale; 3: riscaldato il prodotto in granuli (polymorph) in acqua a 60°; 4: distribuito e modellato il prodotto caldo estratto dall’acqua a mani bagnate sopra al calco creato; 5: eseguiti 2 fori in corrispondenza delle narici con un normale saldatore a stagno riscaldato che è servito anche per levigare le superfici, alternando ciclicamente il frizionamento manuale con le dita bagnate; 6: colorazione del manufatto con tintura fissata con perossido di idrogeno (tintura per capelli) nella sola parte esterna.

L’applicazione della protesi veniva eseguita in anestesia generale 8-9-10 mediante miscela gassosa a basso flusso con concentrazione al 2%  di isoflurano e raccordo con pallone di riserva da ½ litro di tipo mapleson C. Il paziente viene posizionato prono ponendo sotto la testa materiale poliuretanico,

Figura 5 - posizionamento chirurgico

Figura 5 – posizionamento chirurgico

L’induzione si effettuava sempre con miscela gassosa di isoflurano alla maggiore concentrazione facendola inalare ad effetto attraverso una maschera respiratoria

Figura 6 - induzione anestesiologica

Figura 6 – induzione anestesiologica

Successivamente si introduceva il tubo endotracheale senza cuffia dal diametro di 5,5 mm. raccordato al circuito respiratorio e l’animale legato con nastro carta in posizione prona al tavolo operatorio. Veniva poi giustapposta la protesi dove la parte prossimale appoggiava e si sovrapponeva in parte alla restante rinoteca fino alla protuberanza del pomello frontale. Quindi si trapassava la porzione sovrapposta alla parte fisiologica 4 volte con rispettivi 4 chiodi di kirschner del diametro di 2 mm. da un lato all’altro: i fili venivano montati e bloccati ad una estremità al mandrino del trapano ortopedico mentre l’altra estremità fungeva da punta perforante. Terminate le 4 perforazioni passanti, venivano tagliate le otto estremità (4 per lato) dei kirschner a circa 5 mm. dalla loro sbordatura.

Figura 7 - estremità dei fili di Kirshner

Figura 7 – estremità dei fili di Kirshner

Mediante pasta epossidica bicomponente si ricoprivano le 4 estremità dei chiodi ai 2 lati con soluzione di continuo

Figura 8 – applicazione pasta bicomponente

Figura 8 – applicazione pasta bicomponente

e successivamente venivano colorate con vernice vinilica ad acqua, indelebile.

Figura 9 - colorazione pasta bicomponente

Figura 9 – colorazione pasta bicomponente

Al risveglio al paziente si proponeva acqua e cibo in granaglie che riusciva subito a beccare e deglutire con facilità.

Figura 10 - dopo il risveglio riesce a mangiare autonomamente

Figura 10 – dopo il risveglio riesce a mangiare autonomamente

Rimaneva in osservazione per altri 7 gg. con profilassi antibiotica, veniva quindi dimesso

Figura 11 - l’animale ritorna nel suo ambiente

Figura 11 – l’animale ritorna nel suo ambiente

e programmato un controllo a 3 mesi che ha avuto un esito ottimale.

A distanza di 2 anni è stata verificata e revisionata la protesi poichè possono verificarsi nel tempo modificazioni anatomiche dovute all’eventuale ricrescita dei tessuti sottostanti, x questa ragione sono stati pianificati controlli programmati a cadenza biennale salvo imprevisti, o altrimenti, anticipati.

Discussione e conclusioni:

Il becco di questa specie aviaria è soggetta a consumarsi nel tempo e continua a crescere per tutta la durata della vita; nei casi di menomazione limitata si hanno probabilità di sopravvivenza, ma solo se non si perde l’abilità alla prensione del cibo, in caso contrario, in natura, un soggetto seppure con lieve lesione andrebbe incontro a morte certa per inedia.

Quando negli uccelli si verifica la mancanza di gran parte della mascella o della mandibola, la ricostruzione protesica diventa l’unica opzione risolutiva. In questo caso, i successivi controlli fatti a distanza di 3 mesi, non hanno mostrato la rigenerazione dei tessuti sottostanti la protesi, ma è comunque stato previsto un distanziamento della stessa per questa eventualità.

La qualità di vita del soggetto protesizzato è generalmente molto elevata e senza alcun impedimento fisiologico, anche se nel corso del tempo possono verificarsi modificazioni anatomiche, per questo è consigliato pianificare un piano di controllo a cadenza regolare in previsione di un eventuale revisione.

Il fissaggio della protesi con i chiodi di kirschner passanti a cielo chiuso, malgrado comportasse il rischio di danneggiare alcune minori strutture anatomiche 6, è stato scelto per la sua economicità e praticità. La loro efficacia in termini di stabilità e robustezza si è rivelata molto buona e duratura.

Oggi esistono scanner specifici ad uso medico in grado di progettare digitalmente le protesi11, infatti grazie a software dedicati è possibile realizzare moltissime parti anatomiche con estrema precisione prodotte con l’uso di stampanti a tre dimensioni, ma attualmente richiedono un concreto investimento economico.

Il prodotto termoplastico utilizzato oltre ad essere economico è molto versatile e può essere un utile ausilio anche per altre evenienze, come le fratture con parti mancanti di carapace nelle tartarughe, oppure per la creazione su misura di sling e tutori per arti di mammiferi o altri esseri viventi.

In alternativa ai pastoni frullati a base di legumi e vegetali vari, esistono prodotti in polvere molto più pratici ricostituibili con acqua, hanno alto potere nutrizionale e sono integrati con vitamine e minerali, ma sempre per ragioni economiche si è optato per la prima scelta, riuscendo comunque a soddisfare il fabbisogno adeguato.

Oggi anche l’animale da cortile viene considerato sempre più spesso dai loro proprietari come un  animale da compagnia, perciò vengono richieste anche per loro tutte quelle cure e trattamenti generalmente riservati ai pet, ma non essendo presente ancora una sufficiente letteratura scientifica per questa categoria denominata NAC (Nuovi Animali da Compagnia), è indispensabile fare ricorso, oltre alle conoscenze note, a soluzioni  innovative e creative 12.

Bibliografia:

  1. https://www.agraria.org/oche/cinese.htm
  2. https://it.wikipedia.org/wiki/Anser_cygnoides
  3. Brian Speer (2016) “Current Therapy in Avian Medicine and Surgery” first editions. Elsevier: 142- 144
  4. Marianne Taylor (2020) “The Pocket Book of Bird Anatomy”, RSBP Bloomsbury Publishing: 58,223,330,336
  5. https://poultry.extension.org/articles/poultry-anatomy/external-anatomy-of-geese/
  6. https://www.researchgate.net/figure/Measurements-of-the-morphometric-in-goose-knob-and-anatomical-measurements-made-on-the_fig1_352191560
  7. https://www.frontiersin.org/journals/physiology/articles/10.3389/fphys.2023.1241216/full
  8. https://avianmedicine.net/wp-content/uploads/2013/08/33_anesthesia.pdf
  9. Veterinaria, Anno 12, n. 6, Dicembre 1998: 103 – 110
  10. Degernes L. Anesthesia for companion birds. Compend Contin Educ Vet. 2008 Oct;30(10):E2.
  11. https://en.wikipedia.org/wiki/Victoria_(goose)
  12. https://www.beccodirame.com/#!/page_splash

Contributi:
Dr.ssa Manuela Sciarra; Dr.ssa Elena Petrini; Dr. Alberto Briganti; Roberta Barbaresi.
Ringraziamenti:
Ambulatorio Veterinario Associato Sciarra – Petrini, via olaf palme 5, 06083 Bastia Umbra PG. (Segnalamento e presa in carico del paziente); Dr Alberto Briganti, Clinica Veterinaria Dr. Briganti, Via di Valdarno, 3, 50063 Figline Valdarno FI (Chirurgo ortopedico per il fissaggio della protesi); Roberta Barbaresi (tecnico veterinario), realizzatrice della protesi.