Esplora come la PNL può potenziare le tue interazioni lavorative e prevenire il burnout. Segui i nostri webinar per un viaggio nel mondo della PNL nel settore veterinario.

Ognuno di noi, lavoratori del settore veterinario, sia pure in modo non conscio, o come minimo indiretto, è entrato in contatto con il burnout nella sua vita lavorativa. Dobbiamo quotidianamente affrontare turni massacranti, animali che muoiono, proprietari arrabbiati, proprietari addolorati, fatica fisica ed emotiva, frustrazione e senso di impotenza, e chi più ne ha più ne metta. La ricerca di un equilibrio tra il sapersi distaccare dalle situazioni critiche senza cadere nel cinismo, tra l’empatizzare con chi soffre senza lasciarsi travolgere dalle situazioni, spesso ci disorienta, fa emergere le nostre fragilità e ci conduce a uno stile di vita malsano e non soddisfacente. Questo articolo, che sarà seguito da un ciclo di webinar, propone un mezzo per difendersi.

La parola burnout viene da un termine inglese che significa letteralmente “esaurito, bruciato”, ed è uno stato cronico di stress dal lavoro. Questa sindrome provoca una serie di sintomi che portano la persona a non poter più gestire la routine lavorativa.

PNL (Programmazione neurolinguistica) e burnout: come trattarlo con esercizi mirati

 Il burnout è uno stato cronico di depressione, stanchezza fisica e mentale, incapacità di assumersi i propri oneri lavorativi, incapacità di avere un rapporto sereno con colleghi, sottoposti e datori di lavoro.

Così lo definisce l’OMS (l’Organizzazione mondiale della sanità) studiandone anche le varie fasi e trovando alcune soluzioni, come ad esempio parlarne con esperti qualificati, intraprendere attività sportive (soprattutto le arti marziali, in cui si lavora anche su respirazione, meditazione ecc.), spostare insomma il baricentro dall’ossessione e attenzione al lavoro a se stessi, alla propria psiche con tutte le sue necessità.

La Programmazione neurolinguistica (PNL) si innesta perfettamente all’interno di questo programma di recupero.

Il presupposto di questa teoria, fondata dal terapeuta Richard Bandler insieme al collega John Grinder e altri linguisti, negli Stati Uniti, è che il nostro cervello sia un sofisticato computer di cui non conosciamo affatto il meccanismo.

Sin dalla nascita abbiamo ricevuto in dono questo incredibile strumento, ma difficilmente ci interessiamo del modo in cui funziona.

“La gente dedica più tempo ad imparare come funziona un frullatore di quello che dedica ad imparare ad usare il proprio cervello” sostiene Bandler nel suo libro Usare il cervello per cambiare, e illustra un concetto importantissimo che ribalta completamente la nostra concezione sui malesseri, le psicosi o qualsiasi genere di stato mentale che giudichiamo limitante.

Chi guida l’autobus? Questo è il titolo del secondo capitolo del libro di Bandler. L’autore descrive il nostro cervello come un autobus che viaggia senza meta, guidato da un conducente impazzito ed imprevedibile, mentre noi siamo incatenati in fondo senza avere il controllo del mezzo. Questo perché non abbiamo cognizione dei meccanismi che governano il nostro sofisticato strumento, e in fondo non ce ne interessiamo, usando espressioni del tipo “quando ho detto, ho fatto quella certa cosa non ero in me”, come se fosse qualcun altro a decidere per noi, oppure “mi dispiace ma non riesco a controllarmi! Questa persona o questa situazione ha il potere di mandarmi su tutte le furie!” Sembra davvero che qualcuno prenda decisioni, spesso anche fondamentali per la nostra vita, senza che noi abbiamo la minima possibilità di scegliere autonomamente.

La PNL, studiando a fondo questi meccanismi, ci dà la possibilità di comprendere i messaggi che il cervello ci invia, attraverso le pulsioni e i disagi o qualsiasi altra reazione apparentemente casuale dovessimo avere. Dunque, alla luce di questo presupposto, il burnout potrebbe essere letto non come una “causa”, ma un effetto di qualche profondo messaggio che il cervello sta cercando di lanciarci, e che dovremmo ascoltare. Potremmo aver bisogno di cambiare lavoro, imparare ad esprimere i nostri bisogni, comunicare in modo limpido i nostri sentimenti, modificare relazioni affinché siano potenzianti per noi e gli altri.

Gli strumenti per capire tutto questo sono praticamente infiniti per questa teoria.

Ne elencheremo solo alcuni, a titolo esemplificativo. Lo studio degli “stati interni”, che consente di padroneggiare gli stati d’animo scegliendo con cura quale sia il più adatto ad una determinata situazione. Le “ancore”, un sistema che ci consente di installare uno stato d’animo, una volta scelto, con un gesto unico che lo richiami allo stato conscio ogni volta che lo riteniamo necessario. La conoscenza delle “sub-modalità”, uno studio che ci permette di riconoscere quali siano i colori, le immagini, i suoni, le sensazioni e perfino gli odori e i sapori che ci associano o ci dissociano da un determinato ricordo, permettendoci così di decidere autonomamente quali stati d’animo legare al ricordo stesso.

L’uso della “bussola”, un sistema semplice e diretto per comunicare efficacemente con colleghi, sottoposti ecc. in modo da avere un linguaggio privo di ambiguità.

La conoscenza della comunicazione non verbale, con tutte le gestualità che fanno fraintendere e rendono una comunicazione ambigua. Lo studio dei segnali non verbali di gradimento e rifiuto e tantissimi altri strumenti che, se opportunamente appresi ci schiudono le porte del pensiero e della psiche, dandoci l’opportunità di fare ciò che ci piace e ci fa stare bene. Naturalmente, come primo risultato, la possibilità di vivere serenamente lo spazio del lavoro e poi allargare la sfera della serenità anche ad altre aree, come la famiglia d’origine o acquisita, le amicizie, gli hobby e tanto altro.

Infine e non ultimo ragionare sulla sfera più intima e personale dello scopo della propria esistenza, trovando la ragione unica del proprio vivere in un mondo che sempre di più chiama ogni essere umano ad una consapevolezza e ad una responsabilità verso l’intera razza umana e tutto il sistema Terra.

Per concludere, ogni possibilità di trasformare quello che giudichiamo una fase limitante della nostra vita in un “effetto leva”, un trampolino di lancio per un periodo migliore che ci renda più consapevoli di noi stessi, va preso al volo ed affrontato con determinazione, ed anche una certa dose di curiosità. Chi può dire quali meraviglie ci aspettano se studiamo con attenzione il meccanismo che regola il flusso di pensieri costante ed infinito che attraversa il nostro cervello?

Ricordando questi semplici assunti

Il cervello è un computer sofisticato che non ha il tasto per essere spento

Il cervello vuole ottenere il massimo con il minimo sforzo

Il cervello non conosce la negazione, sa soltanto costruire

Possiamo studiare tutto questo e trasformare uno stato limitante come il burnout in un efficace strumento di lavoro, poi andare oltre e ritrovare equilibrio e serenità. Infine, trasmettere tutto questo al prossimo, rendendo il mondo un posto migliore.

a cura della Dott.ssa Elisabetta Zanello.

Lezioni di PNL che avremo il piacere di affrontare nei prossimi webinar:

  • Cos’è la PNL Origini e utilizzo terapeutico.
  • I cinque assunti o leggi della comunicazione.
  • I tre livelli della comunicazione.
  • (Di rifiuto, gradimento e neutri)
  • Ancora ed ancoraggio.